Si tratta di uno dei social più di successo degli ultimi tempi, uno di quelli più in crescita e più amato soprattutto dai più giovani. Vediamo un po’ di capire come funziona l’algoritmo di Instagram, magari riuscendo a trovare il modo per avere più followers.
Addio alla disposizione cronologica: non tornerà mai più
Instagram è fermo nella sua posizione. Ormai da un po’ infatti i post non vengono più disposti nella home degli utenti in ordine cronologico, ma secondo quello che il social pensa possa interessarci di più. Un po’ ha fatto Facebook, creando non pochi problemi alle piccole pagine senza tanti fondi per sponsorizzarsi. L’azienda però sostiene che in questo modo gli utenti riescano a vedere fino al 90% dei post dei propri amici, mentre prima, quando venivano disposti in ordine temporale, se ne perdeva circa la metà. Certo, questo cambiamento ha scombinato le carte in tavola per molti utenti, professionisti e non.
L’algoritmo di Instagram privilegia chi ha più interazioni
Ma come fa un social a capire cosa ci piace di più e cosa può interessare di più? Lo fa in base alle interazioni che noi abbiamo con una determinata pagina o persona. Tiene conto di quante volte “cuoriamo” le foto di qualcuno, guardiamo le loro stories, andiamo sul loro profilo, commentiamo, condividiamo, cerchiamo qualcosa. Riconosce gli hashtag che ci interessano di più e sa quanto spesso abbiamo conversato con qualcuno via chat.
Oltre a questo però, che ci lega di più ai nostri amici reali magari, l’algoritmo di Instagram tiene anche conto di quanti follower ha un determinato profilo, dando la precedenza a quelli più grandi. In tutto questo poi l’algoritmo tiene anche conto della bellezza delle foto condivise: se sono brutte tende a nasconderle. Infine conta molto anche la quantità di interazioni ricevute da un ogni post e in quanto tempo queste arrivano. Non basta infatti aver ricevuto commenti su una foto, ma in quanto tempo sono stati fatti (se in poche ore o qualche giorno) e in che modo sono stati scritti. Per evitare di dare troppa attenzione a chi si affida principalmente a bot diversi infatti l’algoritmo di Instagram tende a valutare meno i commenti troppo corto o generici. Per esempio un commento come “nice” o “bellissimo” è tendenzialmente facilmente fatto da un bot e viene considerato di minor valore rispetto a uno più lungo e specifico. Allo stesso modo, poi, il social valorizza gli utenti che interagiscono con i propri followers. È tutta una questione di tempismo.
Le leggende metropolitane che Instagram ci tiene a sfatare
Questi ormai non troppo recenti cambiamenti hanno dato vita ad alcune polemiche e preoccupazioni. Gli hashtag e le storie sono utili a farsi conoscere, per ragioni diverse, ma non viene premiato chi mette più hashtag così come non vince niente chi fa solo stories, ha assicura l’azienda. L’algoritmo di Instagram infatti vuole essere il più possibile capace di dare una migliore esperienza utente, senza penalizzare gli altri. Almeno, questa è l’intenzione.